Lunedì 13 settembre
Dopo l’abbondante colazione con la torta che Stefano mi ha lasciato mi incammino per il rifugio Forni per risalire la valle del Gavia. La giornata bella e si godono bellissimi paesaggi sul confinale e sulle 13 cime che aggirerò interamente. Risalgo la valle del Gavia sul bel sentiero a mezza costa che si snoda tra le forre dell’omonimo torrente molto spettacolari. Raggiungo il Rifugio Berni e in tarda mattinata arrivo al passo. Mentre mi incammino verso la bocchetta del corno dei 3 signori le nuvole mi avvolgono e la cosa mi fa un po' preoccupare perché preferirei evitare di effettuare il passaggio delicato verso la bocchetta completamente immerso nella nebbia. Fortunatamente una volta arrivato a pochi metri dalla bocchetta noto con piacere che la nebbia mi ha graziato quindi risalgo le catene che mi permettono di raggiungere la bocchetta dove mi accoglie con un panorama stratosferico. Da qui incomincio a scendere verso il rifugio Bozzi dove mi sono dato appuntamento per una birretta con dei bikers con cui ho fatto amicizia pochi istanti prima. Una volta arrivato al Bozzi scopro che il rifugio è chiuso, ma attendo ugualmente i miei nuovi amici come promesso con i quali scambio quattro chiacchiere prima di salutarli e proseguire verso al forcellino di Montozzo, punto che separa la Lombardia al Trentino, entro così in val di Pejo. Inizia la discesa per il lago Paluù che inizialmente è abbastanza monotona ma successivamente facendosi molto ripida mi porta più velocemente di quanto pensassi al lago. Cerco una sistemazione per la notte e il malgaro mi consiglia di proseguire ancora un po' verso pian Vegaia così la raggiungo e mi sistemo per passare la notte con un bel panorama sulla val di Pejo sotto di me.

Martedì 14 settembre 
Di buon ora parto e scendo a Pejo per recuperare il pranzo. Mi incammino nella valle della Mare percorrendo un sentiero tutto sotto gli alberi che mi porta a località ponte vecchio dove diventando sempre più mi conduce al passo di Cedec. Qui dopo un riposo scendo verso la val Cedec dove faccio la spesa per proseguire e raggiungere verso sera la malga Caldesalta dove trovo un bivacchino abbastanza comodo e protetto. Con una strategica operazione “svuota-zaino” mi preparo la cena con tutti rimasugli di cibo avanzati, mi delizio così con dei pizzoccheri liofilizzati acquistati in Valtellina.

Mercoledì 15 settembre
Mi sveglio e noto che fuori dalla tenda il tempo è un po' “strano”, le nuvole basse animano il cielo e mi fanno sentire in un limbo ovattato. Inizio a risalire verso il passo Palù, e le nuvole continuano a creare scenografie molto suggestive. Entro in val di Bresimo avvolto completamente nella nebbia e percorro il sentiero fin al passo Fresina attraverso il quale entro in Sud Tirol. La giornata tutto sommato scorre veloce e raggiungo il bellissimo bivacco di recente ristrutturazione alla malga di Brez. Qui mi preparo una sostanziosa cena prima di crollare in un sonno profondo.

Giovedì 16 settembre
Anche oggi mi sveglio nelle nuvole, so già che questa settimana la meteo tendente al brutto tempo, ma la cosa non mi turba perchè sapevo che prima o poi dive arrivare, gli ultimi due mesi del resto ho avuto la fortuna di godere di tempo sempre stabile, quindi accetto, come si dice, con sportività, la pioggia in arrivo. A Castelfondo faccio una merenda veloce e mi dirigo in direzione del passo della Mendola che raggiungo ben oltre l’ora di pranzo, vista la giornata un po' fresca qui decido di concedermi un pasto caldo evitando il solito panino triste e freddo ma concedendomi un gustoso primo piatto. Attendo il cessare della pioggiae riparto. Concludo la giornata raggiungendo il rifugio Oltradige al Roen un vero balcone sopra la valle dell’Adige, anche qui vengo calorosamente accolto dalla bellissima ciurma che lavora nella struttura e con un gustoso piatto di canederli.

Venerdì 17 settembre
Mi sveglio con calma insieme allo staff del rifugio Oltradige e facciamo colazione insieme, dopo una foto ricordo mi incammino sulla dorsale del Roen. La prima parte del sentiero (il sentiero dei Camosci) è molto tecnico e panoramico, e dopo alcuni passaggi attrezzati raggiungo il monte Testa Nera per proseguire poi sulla dorsale tra la Val di Non e la Val d’Adige, proseguo verso il colle di Tres per scendere poi fino in bassa valle dove in questo periodo si sta svolgendo la vendemmia. I 200 metri di quota sul livello del mare si sentono tutti, questa volta non è l’aria rarefatta ma il caldo e l’umidità soffocante, forse alimentato dalle altissime pareti talmente ripide che sembrano quasi schiacciarmi. Raggiungo Salorno dove riorganizzo il set di cartine nuove che mi aiuteranno a orientarmi da qui in avanti e arrivo a Pochi dove concludo la tappa e per incontrarmi con Cecilia di Outdoor Test alla quale rilascio alcune interviste per permetterle di scrivere degli articoli sulla rivista per cui lavora, anche stasera è piacevole scambiare quattro chiacchiere in compagnia.

Sabato 18 settembre
A parte il bel lago Santo di Cembra la mattinata vola via veloce senza particolari note. Ho camminato all’interno di boschi con un ritmo rapido e spedito e dopo pranzo arrivo alla malga monte corno, finalmente qui ho un bel panorama verso le bellissime Dolomiti che raggiungerò superando il passo di Oclini. Inizialmente pensavo di fermarmi alla malga di monte corno ma decido di portarmi avanti e scendere a Trodena approfittando anche per fare una piccola spesa. Qui cerco un posto per la notte e mi posiziono sotto il portico del parco giochi del paese, faccio tutto con calma e appena i ragazzi, che stavano giocando, vanno via mi preparo la cena e mi posiziono per dormire e cadere nel solito profondo sonno fino a quando una torcia fastidiosissima puntata in faccia mi fa svegliare improvvisamente: un carabiniere avvisato da uno dei ragazzi è venuto a fare un controllo documenti. Ritorno a dormire.

Domenica 19 settembre
Lascio Trodena avvolto ancora dal buio della mattinata e sono quasi stupito che la pioggia prevista fortunatamente ancora non si vede. La meteo “tiene” ma il mio guscio (la giacca impermeabile) è sempre pronto ad essere indossato. Al passo di Lavazzè trovo la situazione raccapricciante lasciata dalla tempesta Vaja, e anche se gli alberi abbattuti sono stati portati via, lo scenario è comunque molto triste. Tra uno scroscio e l’altro ho la fortuna di “assaggiare” giusto per qualche minuto il paesaggio dolomitico che mi circonda grazie a brevissimi schiarite. La pioggia inizia a farsi sempre più consistente e solo quando arrivo al Lago di Carezza il cessare della pioggia mi permette di scattare delle bellissime fotografie. Alle ore 17 decido di fermarmi nella piccola struttura del parcheggio che mi ospiterà fornendomi un ottimo riparo sopra la testa per passare un’altra notte.

A presto, Elia.

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