Relazione della salita al Rifugio Cantoni, comoda partenza per raggiungere la Cima Piazzi.rn
rnRitorno a scrivere dopo qualche periodo di assenza, anche causato da questo maledetto tempo che, a parte qualche toccata e fuga in falesia, permette di combinare ben poco.rn
rnsettimana scorsa, con la scusa di andare a trovare i parenti in valtellina, ne ho approfittato per fare una camminatina insieme alla morosa, arrivando a toccare il “ghiacciaio della levissima”, che è nientemeno che il ghiacciaio della Cima de’ Piazzi.rn
rnL’idea è di fare un trekking di due giorni, passando la notte in bivacco. apro quindi la cartina, e per cambiare un po’ dai soliti giretti nella stupenda Val Viola Bormina, decido che poteva essere carino salire al bivacco Cantoni.rn
rnITINERARIOrnPartiamo nel pomeriggio dalla frazione di San Carlo, nel comune di Valdidentro. Zaini abbastanza leggeri, con dentro giusto il sacco a pelo, un cambio, qualche vestito pesante e le cibarie per la cena.rnSorpassato l’hotel “La Lepre Bianca”, prendiamo una strada sterrata che scende a sinistra, un corrispondenza dei ben visibili cartelli escursionisti che indicano già da qui il bivacco Cantoni. Finita la lunga discesa che porta alla baita de l’All, attraversiamo il torrente Bormina e iniziamo a risalire l’altro versante della montagna. Si arriva quindi alla stupenda chiesetta di Presedont, con uno stupendo praticello verde all’esterno che ci tenta a fermarci e prendere il sole. Qui la strada si divide, e possiamo scegliere di andare al bivacco Ferrario o al Cantoni. Scegliamo di proseguire a sinistra, verso il Cantoni e la malga Borron. L’altro sentiero, avrebbe potuto comunque portarci allo stesso bivacco allungando di circa un oretta.rnArrivati alla malga, ci fermiamo per riposare qualche minuto, facciamo rifornimento d’acqua non sapendo se poi ne avremmo trovata al bivacco e prendiamo un pezzo di buon formaggio. Scambiamo anche quattro chiacchiere con il gestore e ci facciamo dare due dritte.rnCi rimettiamo in cammino, e proseguiamo sulla strada sterrata che porta verso il ghiaione di fondovalle. Lo stupendo ghiacciaio della cima piazzi qui si inizia a vedere sempre più vicino, e anche il bivacco si inizia a delineare tra le rocce al limitare dei ghiacci. Proseguiamo in direzione fondovalle, la strada finisce e si trasforma in tante tracce formate dal bestiame che pascola qui. Appena possibile guadiamo il fiume, all’incirca all’altezza di un grosso masso che si trova alla base del versante destro. E’ proprio da questo masso che si delinea una piccola traccia di sentiero che si inerpica sulla montagna tra i cespugli, evitando abbastanza di fare troppe curve. Dopo qualche passaggio tra una pietraia, arriviamo ad un cartello, che ci indica la direzione da tenere tra le roccette per arrivare finalmente al bivacco Cantoni.rnIl bivacco lo troviamo perfetto, lenzuola pulite, piatti, posate, pentole, fornello a gas e anche una bel contenitore del latte di qualche anno fa apposta per attingere acqua alle pozze lì vicino.rnArriviamo al bivacco dopo 3 ore e mezza abbondanti, il sole e il freddo iniziano a calare. Giusto il tempo di due foto, e ci mettiamo a cucinare qualcosa di caldo per la cena. E a letto presto!!rnL’indomani, ci svegliamo abbastanza presto, e di lì a poco arrivano altri ragazzi diretti alla cima Piazzi, partiti dal Borron. beviamo un caffè assieme e gli auguriamo una bella scalata. Quanta invidia!! Ma purtroppo avevo lasciato il materiale a casa ed era un po’ difficile aggregarmi.rnSistemiamo tutto, laviamo le poche cose che abbiamo usato, chiudiamo il bivacco e ci rimettiamo in cammino: una bella polenta ci aspetta alle baite della minestra in Val Viola!!rnTorniamo sui nostri passi, ma questa volta, raggiunto il cartello sottostante, pieghiamo a destra, in direzione del bivacco Ferrario. Lo raggiungiamo poco dopo. E’ un’altro bivacchino, da tenere in considerazione per qualche escursione, solo un po’ tenuto peggio.dal bivacco, seguiamo dapprima il sentiero che porta alle baite Cardone, e subito dopo prendiamo una piccola traccia a sinistra che ci porta fino al passo delle pecore. Da qui si inizia la discesa, su una traccia che sparisce abbastanza presto, ma grossi problemi non ce ne sono: si punta alla baita Verva che si vede sottostante e si scende. Arrivati in valle, una grossa strada sterrata ci porta senza troppa fatica fino in val viola, in corrispondenza delle baite di Paluetta, e da lì in poco tempo siamo a rimpinzarci di polenta alle baite della Minestra!rn
rnDevo dire che è stato un giro molto suggestivo, abbastanza lungo, ma molto bello se si vuole fare qualcosa di due giorni. qualche tratto non è ben segnato, ma con qualche accortezza e uno sguardo alla cartaci si riesce tranquillamente a non perdersi!!rn
rnData: 16-17/08/2014rnDislivello: +1275m; -960mrnQuota max: 2625rnQuota min: 1523mrnTempo di cammino: 7h 30’rnKm: c.a. 22rn