LUNEDI’ 9 AGOSTO

Faccio colazione tardi, perché Pierre offre le colazioni solo dalle 0730. Saluto il gruppo di tedeschi conosciuti ieri sera e mi metto in cammina. Primo tratto di strada asfaltata per poi arrivare alla piccola borgata di Balchiglia. Qui finalmente finisce la strada e riprendo il sentiero, riprendendo il sentiero che punta a due alpeggi per poi presentarmi la bella cascata del Piss. La vedrò per quasi tutta la successiva salita: prima lungo il torrente per poi perdersi tra pascoli vari… Bella e suggestiva termina al colle dell’Albergian, a quota 2700. Panorama suggestivo, con vista sull’imponente Monviso e sullo sfondo i 3000 francesi già imbiancati. Scendo poi sino ad una piccola borgata, Aux. È una discesa impegnativa, anche per le condizioni delle mie caviglie ancora in fase di ripresa. Dopo la borgata proseguo sino all’omonimo lago dove mi fermo per un pasto. Procedo ancora verso Usseaux e poi Utet, entrambi luoghi caratteristici. E infine la sfinente salita sino al col dell’Assietta. Probabilmente la mia stanchezza è dipesa dal sole. Al colle trovo un piccolo rifugio, costruito sulla base di una costruzione del 1700. Incontro dei ragazzi che lo gestiscono: sono gentili e offrono pasto e alloggio.

Martedì 10 AGOSTO

Anche oggi è stata una giornata lunga: colazione tarda, alle 0730. Poi saluto tutti i ragazzi del rifugio. Subito una lunga discesa: dai 2500 sino a 100 di Talbertron, al riparo del bosco di Salbertrand. E’ ricco di larici e pini silvestri. Arrivato alla base dovrò fare una spesa nel negozio di alimentari per poi riprendere su un bellissimo sentiero a mezza costa, il sentiero balcone della val di Susa. Sono vecchie mulatiere che riunivano alpeggi di media quota e borghi. È un percorso in cui è possibile comprender meglio la vita in montagna nel secolo scorso: si incontrano luoghi di vita e di lavoro. Purtroppo, è molto esposto al solo, soprattutto nell’ultimo tratto prima di Susa. L’arrivo al rifugio è reso anche più difficile perché un recente incendio ha distrutto parte della vegetazione.

MERCOLED’ 11 AGOSTO

Mi sveglio ancora al buio, con il fondovalle che inizia a colorarsi di rosso. La Cima del Roccia melone inizia a essere colpito dal sole… inizio la salita verso il colle della croce di ferro. Attraverso pascoli sino al rifugio rivetto, appena prima del passo. Chiacchiero con il rifugista che mi offre la colazione. Riprendo scendendo verso Malatrussia, nella prima valle di lanzo, la val di Liu. Qui iniziano le Alpi Graie e finiscono le Cozie. Una strada militare mi porta sino al lago; i colori sono stupendi e dipendono probabilmente dal fondo roccioso di serpentino. Tanti i turisti. Arrivo sino a Ussegna, dove pranzo. Poi l’ultima salita della giornata: punto al Passo Paschetto, che separa la Val di Viu dalla Val D’Ala. Il sentiero è ripido. Prima nei boschi, poi per pascoli. Molto caldo e rischio la disidratazione. Arrivo al passo, mi riposo un poco e poi inizio la discesa. Stupore: pensavo sarebbe stata tranquilla invece è un sentiero molto roccioso, ricco di pietre e faticoso. Sfioro il bivacco Gino Gandolfo: nel 2015 durante la mia traversata da Vienna a Genova mi ci ero svegliato in settembre con la prima nevicata di stagione... un bel ricordo. Alla fine raggiungo il piccolo abitato di Balme: corro a far la spesa, il negozio stava per chiudere. Al posto tappa Le Montagnar mi offrono la possibilità di dormire in salone. Mi butto subito a dormire, sono davvero stanco!!!

Giovedì 12 AGOSTO

Come ogni volta che dormo al chiuso, uscire dal sacco a pelo è sempre difficile… Il tepore è gradevole. Infine, ce la faccio. Lascio il rifugio e salgo il vallone che sale al colle del Trione. Il sole per fortuna non scalda ancora troppo. Salgo rapido e discendo poi su un percorso lungo e ripido, 1700 metri di dislivello. Passo i Laghi del Trione, con il Gran Paradiso che inizia a far capolino, due valli più in là. Bello sapere che passerò anche di lì. A mezzogiorno arrivo a Pailtetta, in Valle Grande di Lanzo. In un bar faccio pausa pranzo con un bel paninone e caffè. La salita successiva è lunga, 1800 metri, ma va via leggera, con qualche nuvola che mitiga il caldo delle due di pomeriggio. Appena prima del passo un laghetto e poi arrivo alla separazione tra valle dell’orco e val grande. Dal passo si vede il grande lago di Ceresole Reale, in piena luce del sole, una visione quasi magica. Rotolo poi veloce verso valle. A valle costeggio il lago sino al rifugio Muzio. Qui trovo il pacco con il cambio cartine e nuove calze. Il tempo di cenare e arriva un gran temporale: Giulia, la rifugista mi offre di dormire all’interno

Venerdì 13 AGOSTO

Dal rifugio Muzio sino a Reims Mi sono svegliato presto, anche per liberare il salone del rifugio. Giulia mi offre la colazione e poi parto subito per la lunga salita sino al colle del Nivolet. Scorre veloce, a tratti è asfaltata e a tratti sterrata, è una vecchia strada militare. Al colle saluto il Piemonte: lo rivedrò tra circa 12 giorni. Arrivo al rifugio savoia, pieno di turisti. Prendo un caffè e riprendo, imboccando un sentiero che sfiora i laghi e la piana del Nivolet. Quando la piana finisce appare il gran paradiso, incappucciato da nuvole. Il sentiero che seguo è una balconata panoramica: bellissimo! Oggi ci sono nuvole ma il vento è caldo, una strana sensazione in montagna… Il sentiero continua, proseguendo sino al colle Monteaux dove giungo all’ora di pranzo. Incontro un paio di ragazzi della zona con cui scambio delle chiacchere. Riprendo con gli occhi sempre puntati al Gran Pa. Il sole ora sbuca tra le nuvole. Scendo sino sino al lago Joanne. Quattro tedeschi impavidi si stanno facendo il bagno. Ultima fatica: la salita sino al colle Entrelore, dove passo i 3000 metri. Lascio così la Val Savaranche per entrare in val di Rhemes. La discesa è ripida, con scalette e qualche corda fissa, poi ammorbidisce sino al rifugio delle marmotte. Proseguo sino a Rhemes, dove mi rifornisco di cibo e mi fermo a riposare al bar. La sera e la notte le passo al parco giochi

SABATO 14 AGOSTO

Da Rhemes sino al rifugio Defaies, nel vallone di La Thuile. Sono partito da Rhemes alle prime luci dell’alba. Sto azzardando: qui in valle d’Aosta i livelli si fanno sentire e riuscire il mio standard chilometrico diventa sempre più impegnativo. Oggi, infatti, preventivavo 34 km con 3400 D+ (che a fine giornata sono risultati 39km…) Prima salita, prima bastona: salita ripida al fianco di un torrente inforrato sino al Col Fenetre. Impressionante: sentieri ripidi su infiniti ghiaioni, sentieri che pensi di non riuscire a salire ma che alla fine si percorrono anche in fretta. Scendo poi in una bella valle verdeggiante, 10 km di stancante, infinito, divallare. Arrivo a Valgrisanche capoluogo, dove faccio pausa e approfitto delle poste per spedire materiale e cartine inutili. Riprendo pranzando a metà salita, nei pressi di un piccolo lago, il lago di Fond. Segue poi il col del La Crosatieux. Il terreno è sempre impegnativo: come molti passi in VDA è un misto di ghiaioni e rocce. Scendo poi a Promod, guardando la catena dei 4000, arrivando davvero stanco ma con gli occhi pieni di bellezza. Una pausa è stata necessaria. Poi il colle Alto, l’ultima salita della giornata sino a quota 2800. Il tramonto ha colorato il Rutor. La discesa dopo il passo mi ha riservato un tratto ripido per poi diventare verdeggiante sino al rifugio Defaies. Mi hanno offerto un pasto (consumata fuori davanti al gran panorama) e un posto al caldo.

DOMENICA 15 AGOSTO

Dal rifugio Defaies sino a Courmayeur Sveglia presto, colazione alle 6. Partenza alla 630. Scendo lungo tutto il torrente Rutor, con belle cascate. Arrivo alla Thuile, mi rifornisco e parto verso il vallone delle Chavannes. Una salita per l’ennesimo colle: infinita ma su buon fondo e con buona pendenza. Poi si apre la Val Veny, con il Monte Bianco e le Grand Jorasses. Giungo a Courmayeur, dove ho incontrato una mia amica guida che questa sera mi ospiterà. Finalmente una serata in compagnia, una doccia calda ed una lavatrice.

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