Elia Origoni, appassionato di montagna ed esperto, recensisce il fornello ad alcool, utile nelle uscite di più giorni per cucinare in autonomia e ci racconta la sua esperienza a riguardo.
“Sono cresciuto in un’epoca dove le bombole del gas erano da forare, e una volta attaccate al bruciatore non le potevi più tirare via, diventando di una scomodità mortale durante il trasporto.
Poi finalmente arrivarono i primi sistemi con valvola, con la possibilità quindi di poter separare la bombola dal bruciatore in totale sicurezza: decisamente più comodo nel trasporto e nel montaggio!
Infine qualche anno fa è arrivato il JetBoil, lo strumento del demonio: la super efficienza a discapito della poesia del cucinare. Ovviamente comodo in spedizioni dove tempo e semplicità devono essere fondamentali.
Cinque anni fa, quando partii per il mio primo lungo trekking in autonomia, mi sono interrogato a lungo sulla cucina. È un aspetto molto importante, ti dà energia e forza per poter camminare tutto il giorno, ma soprattutto è quello che incide maggiormente sul peso dello zaino.
Bustine liofilizzate, beveroni, solo cibo freddo, o vogliamo provare a mangiare sano e caldo? Quanto è rigenerante un piatto di pasta o del brodo soprattutto dopo una giornata passata sotto l’acqua e al gelo?
Abbiamo però un problema: le bombolette del gas. Certo, al giorno d’oggi hanno raggiunto una buona durata, sono “ready-to-go†e in un’attimo hai l’acqua calda. Ma quando finisce?
In montagna è difficile riuscire a reperire cibo fresco tutti i giorni, pensiamo a dover metterci a cercare anche le bombole del gas per cucinare, per di più compatibili al nostro fornello: è fuori discussione. E portarsene dietro una gran scorta, è peso inutile.
Mi sono quindi informato approfonditamente su tutti i sistemi che si trovano in commercio. Gas, benzina alcool… ognuno ha i suoi pro e contro. Uno però mi ha incuriosito molto, fino a diventare fedele compagno di lunghi viaggi: la spiritiera.
L’alcool è un elemento di uso quotidiano, lo troviamo in tutti i supermercati. In caso di emergenza, bussando alla porta di qualsiasi casa o rifugio è molto probabile che i proprietari ne abbiano una bottiglia sotto al lavandino. Inoltre, un litro d’alcol costa proprio poco. Ha ovviamente i suoi difetti, soffre infatti molto il freddo e il vento, e non ha un elevatissimo potere calorico. Come ogni cosa, quindi, bisogna valutarne il campo di utilizzo.
Per un’uscita giornaliera o una notte in bivacco vado a preferire il fornello a gas, accoppiando magari alla stessa bombola sia il bruciatore che una lampada. Per una spedizione in alta quota il JetBoil è eccezionale, e per del cicloturismo un bruciatore a benzina ha i suoi vantaggi.
Voglio parlarvi ora del fornello ad alcool. Mi sono affidato per molto tempo alla “Trangiaâ€, nella sua versione originale svedese, è stata lei, nel 2015, ad accompagnarmi per 135 giorni mentre attraversavo in solitaria l’intero arco alpino, e ora non ne posso più fare a meno.
Non bisogna aver fretta con lei per cucinare: un litro d’acqua arriva ad ebollizione in circa 12 minuti (senza vento, a 10 gradi e 200m slm), niente a che vedere con i nuovi fornelli. Intanto però hai tempo di scrivere qualche riga di diario, montare o smontare la tenda, preparare lo zaino… da fare ce n’è sempre. La devi proteggere dal vento, lo soffre molto. Nella sua versione completa ha già un sistema di protezione, che però in caso di vento forte non basta. Per il freddo bisogna aiutarla in partenza, ma Trangia offre diversi optional, tra cui uno per pre-riscaldare il bruciatore.
Nel trasporto risulta molto compatta (diametro 22cm per 10cm di altezza). La versione standard da una-due persone (sul sito la danno per 3-4, dipende che cosa si cucina) prevede il sistema paravento, due pentole, una padella che serve anche da coperchio, il bruciatore e la pinza prendipentola. Il tutto in circa 900 g.
Ma la cosa strabiliante per me è l’indipendenza che ti garantisce: con un litro d’alcol, hai più di cinque ore di fiamma. Una bombola standard da 220g ha in media un’ora di autonomia.
Come ogni cosa, bisogna usarla, capire alcuni piccoli trucchi del mestiere per goderne appieno l’utilità , come ad esempio misurare l’alcol che si versa così da non avanzarne ma neanche finirlo mentre si sta ancora cucinando. O ancora non chiudere il tappo del bruciatore finchè è caldo, altrimenti non lo aprirai più!
Infine, dettaglio non da poco in situazioni di lunga percorrenza, è semplice. Niente guarnizioni, niente valvole, niente sistemi meccanici che possono rompersi o lasciarti a piedi: c’è solo da dargli da bere dell’alcol, e lei scalderà !â€.
Articolo pubblicato su Outdoortest.it il 08/05/2020